L’ aumento tendenziale di marzo, spiega l’ Istat, è il più alto dal novembre ’99, che si era
chiuso con un +5,5%.


In marzo la crescita su base annua è dovuta al +7% messo a segno dalla grande distribuzione ed al +2,1% registrato dalle imprese operanti su piccole superfici. In particolare, all’ incremento tendenziale delle vendite registrato nella grande
distribuzione, hanno contribuito gli hard discount (+11,7%) seguiti dagli ipermercati (+7,7%) e dai supermercati (+7,4%). A trainare le vendite di marzo sono stati ancora una volta i prodotti alimentari, che rispetto a marzo 2001 hanno registrato un incremento del 4,6%, a fronte del +2,1% messo a segno dai prodotti non alimentari. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2002 l’ aumento del valore delle vendite totali, rispetto allo stesso periodo del 2001, è stato del 2,6%. L’ incremento è stato più elevato nella grande distribuzione (+4,8%) che nelle imprese operanti su piccole superfici (+2,1%). Per quanto riguarda la dimensione delle imprese, in marzo le vendite hanno registrato una crescita tendenziale dell’1,4%
nelle piccole imprese (fino a due addetti), del 2,3% nelle medie (con un numero di addetti fra 3 e 5) e del 6% nelle grandi. A livello merceologico, il gruppo di prodotti non alimentari caratterizzato dal più elevato aumento tendenziale è stato quello delle calzature, articoli in cuoio e da viaggio (3,8%), seguito dagli elettrodomestici e dagli altri prodotti (+2,5% per entrambi) e dai prodotti farmaceutici. Il gruppo con la crescita
più contenuta è invece stato quello dei supporti magnetici, strumenti musicali (0,8%). Sempre in marzo, la dinamica del valore delle vendite è stata più positiva per il nord, che cresce ancora una volta più del sud anche se il divario si sta lentamente colmando. In particolare, nel nord-ovest l’ aumento rispetto a marzo 2001 è stato del 3,5%, mentre al centro l’ incremento è stato del
3,2%.